In Platinum Gregorio Procopio: il fuoco silenzioso della Calabria sulla tela
Gregorio Procopio: il fuoco silenzioso della Calabria sulla tela
C’è un momento preciso, nella storia di un artista, in cui il caso diventa destino. Per Gregorio Procopio, pittore calabrese nato a Catanzaro nel 1978, l’arte è arrivata in punta di piedi, disegnando silenziosamente un volto sacro su un muro d’asilo. Un gesto semplice, quasi innocente, eppure capace di aprire una porta. Da lì in poi, nulla sarebbe stato più lo stesso.
La sua formazione in architettura a Reggio Calabria ha senz’altro lasciato una traccia nel suo modo di costruire la scena pittorica, ma è il colore – materia viva e pulsante – a dettare il ritmo delle sue opere. Ogni pennellata è un’esplosione controllata, un incendio che arde sulla tela, rivelando una Calabria poetica, intensa, a tratti mistica.
Inserito nel prestigioso catalogo d’arte contemporanea "Viaggio nei sogni dell’Arte" a cura di Sonia Demurtas, Gregorio Procopio si afferma come una delle voci più autentiche e vitali del panorama artistico italiano. La sua arte spazia dal naturalismo al semi-astratto, con una padronanza del gesto che sorprende per potenza e consapevolezza. I suoi paesaggi non sono semplici vedute, ma evocazioni: scorci della sua terra trasformati in emozioni visive, luoghi dimenticati che ritrovano identità con la sua mano. Collabora con l'associazione Radici identitarie.
C’è qualcosa di ancestrale nel modo in cui ritrae Isca sullo Ionio, o i borghi arroccati della Calabria: come se volesse restituire loro un’anima antica, smarrita nel tempo. È proprio in questo sguardo profondo, affettuoso ma mai nostalgico, che risiede la forza delle sue opere. Gregorio Procopio non copia la realtà: la reinventa, la interpreta, la fa brillare.
Gregorio è anche promotore instancabile di cultura sul territorio. Le sue partecipazioni a mostre collettive, concorsi internazionali ed eventi di pittura estemporanea lo hanno consacrato tra i protagonisti più attivi della scena pittorica calabrese.
Discendente dell’artista Achille Curcio, suo nonno materno, porta nel sangue un talento antico, che oggi si rinnova in ogni tela. Le sue opere, come ha scritto Sonia Demurtas, “accarezzano il cuore”: sono finestre su un mondo che esiste, ma che avevamo smesso di vedere.
Gregorio Procopio vive di paesaggi, e nei paesaggi trova il suo centro, la sua voce, la sua missione artistica. Come Comisso, viaggia per ritrovare, nei luoghi, la memoria della sua stessa esistenza. E così, tra luce e ombra, silenzio e colore, ci regala un’arte che non si limita a mostrare – ma svela.
Commenti
Posta un commento