In Genesis Le nuove frontiere dell'Arte l'energia vitale di Magdalena Spruch



Nativa della Polonia ma italiana di adozione come si definisce lei, Magdalena Spruch si appassiona all'arte fin dalla più tenera età. La sua è un' anima intessuta di colore, di gioia di vivere, che riversa sulla tela dando luogo a paesaggi variopinti e ad universi floreali stilizzati di grande spessore artistico e ornamentale. Appassionata dell'arte astratta, non rifiuta ogni tanto di tuffarsi nel mondo naif per lasciar divagare la mente, alla costante ricerca di stimoli ed esperienze nuove. Artista versatile e amante della sperimentazione, ama cimentarsi in varie tecniche, ricorrendo spesso all'uso nei suoi progetti dei materiali di provenienza organica e di riciclo, producendo mirabili connubi tra l'eterea impalpabilità del colore e la concretezza della materia". 



Un quadro elegante, quasi ricamato sulla tela dove i colori scivolano come note fresche e cristalline ma anche un quadro intrigante di non facile lettura, che si nasconde, ironico e diffidente, tra un astrattismo un po’ prima maniera ed un simbolismo come linguaggio metafisico da interpretare. Un quadro non semplice, difficile da contestualizzare per scoprire le sensazioni o il messaggio che l’autrice ci vuole trasmettere. Personalmente credo che il dipinto possa avere una doppia lettura, la prima è un messaggio ecologico che mostra un angolo di mondo ancora pulsante di vita, circondato dall’immensità di un mare azzurro pulito e prodigo di doni, dove il verde sfumato e brillante simboleggia la bellezza delle pianure, la rotondità delle colline ed i colori tenui e declinati in gradazioni sfumate evocano universalità e senso di pace. Solo piccoli tratti di graffianti tocchi di nero come fili di una sottile ragnatela, sembrano avanzare piano ma decisi a turbare la quieta armonia di quel piccolo mondo. Forse la mano distruttiva dell’uomo, il suo voler sopraffare, a poco a poco, quella radiosa bellezza! Un monito che vuole ricordarci il destino ultimo della terra. La seconda lettura, forse più vicina ad una sensazione soggettiva, va oltre il soggetto rappresentato e ciò che sembra la terra può essere sostituito con la figura femminile, la Madre Terra per eccellenza, colei che dà e genera vita : la donna ! Una trasposizione simbolica che richiama lo stato d’animo dell’autrice, la sua personale percezione della donna , feconda, prodiga, portatrice di luce gioia e serenità come la terra ma racchiusa in quei fili neri di dolore come prigione dalla quale non si fugge, fili come gli artigli del pregiudizio e della sottomissione. Qualunque sia il messaggio è un dipinto interessante, colto, elegante e suggestivo che coinvolge moltissimo lo spettatore e questa è la vera arte, quella che emoziona, scava dentro e fa riflettere. Complimenti vivissimi all’autrice.

Francesca Misasi

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