Anna Rita Mattei in GENESIS tra sogno e realtà recensione di Francesca Misasi


Ho avuto il piacere e l’onore di ammirare e recensire alcune delle opere di Anna Rita Mattei , di apprezzare la sua arte pittorica viva, accurata ed originale, una pittura particolare quasi del tutto incentrata sulla potenza visiva della figura femminile. La donna infatti, è il filo conduttore di molti dei dipinti della nostra autrice, una donna sviscerata in ogni suo aspetto, una creatura che si dibatte, come nell’immaginario collettivo, tra la perdizione e la resurrezione, tra il suo essere angelo e demone nello stesso tempo, una creatura capace di dare la vita fino all’estremo sacrificio ma nello stesso tempo essere spietata laddove la porta la sua ambizione. Una donna a volte incoerente, ribelle ma anche tanto fragile ed indifesa, relegata in un ruolo marginale dal quale fa fatica ad emergere ..... Ed Anna Rita attraverso la sua originale ed accattivante arte, ci mostra tutte le contraddizioni di questa donna sfuggente, indefinita, dai mille volti, ne coglie le sfumature più recondite con certosina lentezza, mostrandone ogni aspetto, esaltando ogni virgola del suo corpo, riproducendone la grazia e la freschezza, graffiando tra le pieghe del suo viso corrucciato, scandagliando tra le righe del suo sguardo per arrivare all’anima perché l’autrice vuole conoscere il vero volto di questa creatura, vuole assaporarne la potenza e la debolezza, trovare il punto d’incontro tra l’umano e il divino che convivono nella sua anima. E nascono così i suoi dipinti potenti, graffianti, provocatori, dissacranti a volte ma sempre spietatamente sinceri. Le sue donne sono sensuali, suadenti, invitanti, voluttuose, streghe ammalianti seminascoste da cappelli eccentrici, sfumati, quasi fuori dal tempo. Cappelli a nascondere la loro fragile intimità, il loro vero ego o, forse, a mostrare il loro orgoglioso coraggio, la loro sfida al mondo. Donne forti, quindi pronte a sfidare la Storia e rintuzzare i pregiudizi e gli sgradevoli luoghi comuni Accanto a queste, però convivono, in disegni armonici altrettanto eleganti e raffinati, altre donne dai visi dolcissimi, dagli sguardi profondi, dagli occhi simili a pozze d’acqua cristallina, limpida, donne in cui si specchia grazia e fine dolcezza, donne come una una medaglia col suo rovescio! Creature come eterno dilemma! E tutto questo lo ritroviamo anche in questi ultimi dipinti in cui l’autrice ridisegna, ancora una volta, il mondo femminile con occhi nuovi e sempre curiosi, indagatori. Dipinti preziosi, sfaccettature di ldonne incastonate nella semplicità dei loro visi teneri, dei loro sguardi che trasudano leggiadria e bisogno di essere capite, ascoltate, amate! Bellissimo il primo dipinto in cui la donna affiora a tratti, ammantata da veli e scie di colore azzurro, con lo sguardo rivolto verso qualcuno alla sua sinistra, una creatura quasi dimessa in un gioco di vedo e non vedo che ricorda, velatamente, la donna di un harem, ubbidiente e pudica. Anche gli altri due dipinti richiamano la morbidezza e la femminilità elegante e garbata di volti penetranti, espressivi, eloquenti. Particolare il dipinto che ritrae la donna con un fiore tra i capelli, quasi a sottolineare una sensualità sincera, in cui giocano pudore e passione tra fiotti di luce e di colore anche se lo sguardo diretto e fiero denota la sua forza interiore, il pieno possesso di se stessa! Il terzo dipinto sembra richiamare la fanciulla di un periodo un po’ retrò e fuori tempo in cui la donna si nasconde tra ingenuità e malizia anche se il cappellino traverso, civettuolo e intrigante nasconde la sua voglia d’amore e di attenzione. L’insieme dei tre dipinti è racchiuso tra pennellate di azzurro che si addensano in un blu cangiante e dominante a simboleggiare, forse, un periodo di benessere, di serenità e di appagamento dell’artista od anche, la giusta dimensione in cui collocare la donna, quella dimensione tra cielo e terra, tra umanità e spiritualità ben espressa dalle sfumature del blu Credo comunque che questa disamina, questo percorso tutto personale di Anna Rita Mattei alla scoperta del pianeta donna, non sia un cammino facile da percorrere perché l’autrice, attraversando le sue donne e le loro contraddizioni, frugando, attraverso un simbolismo esasperato, nei meandri della loro anima , in fondo vuole solo cercare disperatamente se stessa , conoscere e scoprire la sua vera natura. La pittrice scava con intense pennellate tra quei volti ora arroganti, ora dolcissimi, tra gli anfratti di quelle espressioni a volte intriganti, sottese, a volte tenere e indifese, per trovare il “suo” di volto, per ritrovare la sua volontà che si dibatte tra un forte richiamo ascetico verso una dimensione più spirituale e meno materiale e il desiderio di vivere la sua femminilità, di esaudire appieno il suo bisogno di amare ed essere amata come donna. La sua è una ricerca in cui la tesi e l’antitesi difficilmente arriveranno a quel punto di incontro dove “ in medio stat virtus “

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