In Genesis "Giuseppe Galati" per lui l'essenziale è invisibile agli occhi. Ma per noi, lui é essenziale.

 Giuseppe Galati 



“ Addio, monti sorgenti dall’acque, ed elevati al cielo, cime inuguali, note a chi è cresciuto tra voi.........” ( A. Manzoni Promessi Sposi Cap. 8 )

Parole struggenti ma dolcissime quelle di Lucia, parole che racchiudono la bellezza eterna di ciò che è essenziale ai nostri occhi e al nostro cuore.... un addio a tutto ciò che è parte di noi! E sugli stessi binari nasce e cammina l’Arte di Giuseppe Galati incentrata con intelligente saggezza sul nostro vivere, sui valori di tutto quello che ci ha reso uomini e donne responsabili. La sua grandezza sta nell’aver colto e rappresentato con magistrali, eleganti e raffinate pennellate, una filosofia di vita limpida e pregna di significato Galati è un pittore colto, erudito ed il suo genio ha compreso che la verità delle cose la troviamo solo nella semplice purezza di ciò che ci basta, nell’essenziale, nell’essere sazi e soddisfatti di quel poco che racchiude il tutto, per vivere una vita serena al servizio di noi stessi. Ed ecco così nascere e prendere vita storie di donne, donne che tessono la vita senza chiedere altro, paesaggi rurali e nature morte che esaltano la profonda bellezza della natura e dei suoi frutti, stralci di vita quotidiana in cui ci si sente al sicuro, luoghi conosciuti ed amati che bastano a riempirci l’anima..... la grandezza e la bellezza dei suoi dipinti è tutta in questo credo di vita, un credo fatto di poche cose, di pennellate sfumate in colori dormienti e cangianti, in nitidi chiaroscuri dove la luce tu la raccogli guardando oltre il visibile..... la luce non è in ciò che vedono gli occhi ma in ciò che emana il cuore! Splendida la donna col vaso di fiori, con i suoi occhi bassi e timidi, il vestito sempre liscio e scuro, ma tutto intorno a lei sprigiona serenità, ed i suoi gesti eleganti regalano la dolcezza della quotidianità. Raffinate se pure modeste e pudiche le donne nella loro casa, intente ai piccoli, tanti lavori oggi in disuso, il rammento, il cucito, la scrittura assorta di una lettera...... atmosfere uniche, quasi magiche tanta è la pace che regna in quelle case semplici, essenziali, riempiti del minimo indispensabile e di qualche grazioso suppellettile.... e chi ha memoria, in queste stanze frugali ritrova l’accoglienza calda della famiglia, l’abbraccio caldo della mamma, i colori ed i suoni di un tempo felice, un tempo fanciullo....in cui la cattiveria, l’egoismo, l’indifferenza del nostro tempo non entrano! Quanta luce, quanta tenerezza innocente emanano quegli oggetti di ogni giorno dipinti, incasellati nella credenza con certosina attenzione ........ il servizio buono dei piatti,le tazzine più eleganti, i bicchieri più belli, tutto pronto per le grandi occasioni....

guardando questi dipinti è come entrare nel mondo delle favole..... è ritrovare l’armonia dell’anima, dell’innocenza ritrovata! 

Bellissime le sue donne, nessuna ostentata e artefatta bellezza, un vestire semplice ma non pesante, volti sereni, seri e consapevoli di un ruolo e di un dovere ma mai dolorosi e sofferti, riconosci in quei visi le difficoltà di ogni giorno ma anche la consapevolezza del rispetto di cui godono. La loro semplicità è la responsabilità del vivere e crescere insieme, ciascuno col proprio ruolo. Credo che i volti delle sue donne siano quanto di più bello ed armonioso Galati abbia potuto dipingere, volti non di ostentata e artefatta bellezza, non enigmatici, ammiccanti, provocanti ma volti puliti, di ordinaria rassegnazione, volti che sanno, che accettano la loro condizione di donne ma che nascondono dietro gli occhi socchiusi e bassi, o dietro uno sguardo penetrante e profondo, un lungo travaglio interiore, un muto bisogno di ascolto. 

Ecco perché il colore sul viso, sia pure delicato e deciso, assume toni ambrati, velati, densi di significato!

Enigmatico, penetrante e non di facile interpretazione, il dipinto della donna nuda in una stanza altrettanto spoglia.... 

una liberazione dal ruolo di sottomissione, una rinascita, un’attesa prima dell’amore o un condannarsi per amore ? Forse non lo sapremo mai ma è in questo interrogarsi , in questa ricerca di ciò che la donna sente, vive e rappresenta che il quadro esplode in tutta la sua raffinata bellezza ! E la donna torna a chiudersi nella sfera più intima e impenetrabile della sua fragilità! Un vero capolavoro! 

Unico il dipinto della raccolta delle olive, alberi maestosi, superbi, generosi di frutti, dai tronchi sofferti e ruvidi come la gente del posto, donne forti, composte, chiuse nei loro fazzoletti, un afflato corale ed un’unica intesa nell’affrontare un lavoro pesante ma necessario, tratti di colore denso, marcato come a sottolineare la laboriosità dei gesti, attenti e precisi, dominano la scena in un mirabile insieme di anime ! Ammantati di colori vivaci e nitidi spiccano poi i paesaggi come l’andare deciso e fluente del torrente, che scroscia tra pennellate di pietre bianche 

a richiamare luce e senso di pace, uguale armonia nella cascatella dolce racchiusa nella coltre di un paesaggio boschivo e aereo. Riposante e nitido il dipinto in cui si esalta l’anima della campagna declinata nei suoi aspetti più immediati e conosciuti, nel verde limpido dei prati, nella terra curata come una carezza dal contadino, nel piccolo motocarro che sbircia dall’angolo in attesa di essere caricato, il carro per il fieno......sapori veri, essenze di vita innamorate dell’azzurro limpido di un cielo estivo, del grigio tenero delle corolle dei monti, degli sbuffi gioiosi di case sparse che si rincorrono! Mai la bellezza dei colori regala tanto respiro al cuore! Fresca e delicata, nel suo genere, la natura morta dove i frutti racchiudono l’eleganza e l’armonia dei colori. 



Giuseppe Galati non è un pittore per caso, è un Artista a tutto tondo che sa entrare nella poesia e nella pittura con garbo, delicatezza e raffinata eleganza, le sue note, che siano parole dolci o affreschi di memoria ci fanno entrare in quel mondo caro al Pascoli dove il ‘ c’è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi d’antico .....” 

è l’aquilone che ci riporta dalle radici del cuore alle vette dell’anima ! 

( Francesca Misasi )

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