Primo posto Antonella Fortuna

Con giudizio unanime la commissione esaminatrice del concorso "Natale in Arte e Poesia" ha stabilito che il primo posto nella sezione Arte in ex aequo va ad Antonella Fortuna. L'artista vince una pubblicazione gratuita. Antonella Fortuna è una pittrice Calabrese che vanta anche esperienza di restauro. L' artista dimostra una capacità creativa molto originale, nelle sue tele incontriamo un'atmosfera surreale, Antonella si lascia andare alla rappresentazione dei suoi pensien più intimi suscitando nell' animo del fruitore pensieri e curiosità, fa parte degli Artisti del terzo millennio.
AI fine di fare una analisi accurata dell'opera ho deciso di chiedere all'autrice il perché di questo suo dipinto, un dipinto dove chiaramente emerge il dolore e la sofferenza di un'innocente: la figura di un bambino riemerge dal buio, quel buio che, quasi sicuramente, fa parte della sua esistenza. Il suo sguardo malinconico e la maglietta usurata, indossata al contrario, sono chiari elementi di una situazione di sofferenza e di abbandono.In mano tiene una palla natalizia (uno dei simboli per eccellenza del Natale) raffigurante Gesù bambino.Quest'oggetto messo in primo piano (quasi a voler uscire dalla tela) insieme all'espressione malinconica del bambino cattura l'attenzione dello spettatore e non lascia dubbio al messaggio che vuole mandare. Il bambino,infatti, sembra chiedersi: "perché?". Perché, in una societa che si definisce cristiana, chi ne ha il potere non pone fine a tante sofferenze mettendo in atto i principi di Amore e Pace su cui si basa la nostra religione? La nostra artista lascia emergere una domanda che ci facciamo in molti, eppure mai nulla è cambiato. Lo sguardo enigmatico e malinconico del bambino emerge dall'oscurità come rappresentazione della semplicità di una invocazione da parte di una generazione che ha ormai perduto il sorriso della fanciullezza. È l'allegoria di una gioventù perduta, una fanciullezza che cresce senza speranza e futuro, senza più un presepe, una famiglia, una speranza, una fede. Come le pitture fiamminghe e venete del seicento la rappresentazione contiene elementi simbolici che sono la metafora dell'emarginazione (il bimbo di colore dallo sguardo triste) e della richiesta di spiritualità. II presepe perduto (quel presepe che era il simbolo della Famiglia) è infatti l'elemento di centralità dell'opera che è costruita sulla malinconica memoria di un epoca in cui proprio il presepe era l'emblema di valori familiari e religiosi. Aleggia nel volto il rimpianto di un bimbo proveniente da realtà di sofferenza e povertà che si confronta con la povertà spirituale della nostra civiltà contemporanea manifestando un semplice gesto che racchiude una preghiera di Pace universale indirizzata verso lo spettatore. Ed in questo si respira tutta la modernità del messaggio voluto dall'artista. Un dipinto eccezionale che merita grande visibilità. (Sonia Demurtas)
Vibo Valentia dicembre 2024)

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