Sonia Demurtas – La visione che diventa luogo, la Biennale che diventa respiro
Sonia Demurtas – La visione che diventa luogo, la Biennale che diventa respiro
Ci sono persone che attraversano l’arte come si attraversa un varco: con rispetto, con ardore, con quella rara capacità di riconoscere ciò che vibra davvero nel profondo delle cose. Sonia Demurtas è una di queste persone. Critica d’arte contemporanea tra le più apprezzate, voce sensibile e autorevole del panorama culturale italiano, è lei l’anima che ha ideato, voluto e custodito con tenacia la Biennale di Vibo Valentia, trasformandola in un manifesto di bellezza e rinascita.
La sua storia professionale è intrecciata in modo indissolubile con l’Accademia di Arte e Poesia Fior di Loto, l’associazione da lei fondata e presieduta, divenuta negli anni un punto di riferimento nazionale per artisti, poeti, creativi e ricercatori di senso. Un’Accademia che non si limita a promuovere l’arte: la semina, la ascolta, la mette in dialogo con i territori, creando ponti, occasioni, incontri capaci di lasciare tracce.
La Biennale di Vibo Valentia nasce così: da un sogno che ha radici profonde, da un’immaginazione che non teme le sfide, da una visione che sceglie di restituire valore alla città celebrandone l’identità culturale, la sua storia luminosa, la sua vocazione creativa. Per tre giorni, Vibo Valentia non è solo un luogo: è un respiro collettivo. È uno spazio in cui l’arte torna a farsi casa, voce, rito antico e contemporaneo allo stesso tempo.
Sonia Demurtas guida questo percorso con passo leggero e mente lucida, con quella combinazione rarissima di passione e rigore che appartiene solo ai veri custodi della bellezza. Attenta alle sfumature, visionaria nell’intuire i linguaggi nuovi, generosa nel creare opportunità per artisti di ogni provenienza, porta nella Biennale la sua firma più autentica: l’idea che l’arte possa ancora cambiare le cose.
E mentre le sale si riempiono di opere, di volti, di pensieri, il suo lavoro restituisce un messaggio potente: che la cultura è un atto d’amore. Un seme che cresce. Un cammino che illumina.
La Biennale di Vibo Valentia non sarebbe ciò che è senza di lei.
E forse, in fondo, è proprio questo il segreto della sua forza.




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