Alla Biennale di Vibo Valentia va in scena la grande bellezza
Alla Biennale di Vibo Valentia va in scena la grande bellezza
VIBO VALENTIA – Alla Biennale di Vibo Valentia l’arte ha trovato casa, voce e senso. Un mosaico di linguaggi, visioni e sensibilità che ha trasformato il Valentianum in uno spazio di autentica bellezza condivisa, dove pittura, poesia, parola e gesto creativo si sono incontrati in un dialogo profondo e coinvolgente.
Protagoniste assolute le opere di SATOR Art, Giovanni Cutrò, Alfredo Campagna, Antonio Fortebraccio, Vincenzo Sguera, Liliana Condemi, Andrea Stanic, Giuseppe Galati, Antonio Teti, Nadia Martorano, Fortunato De Luca, Liliana Condemi, Francesco Logoteta, Andrea Stanic, Giuseppe Galati, e Barone, presente anche con i suoi raffinati foulard d’arte, capaci di fondere pittura e tessuto in una narrazione elegante e contemporanea.
Accanto a loro, hanno arricchito il percorso espositivo e culturale artisti di grande valore come Eleonora Laganà, Corrado Corradino, Tina Nicolò, Anna Cuzzola
Nino Romano, Pisera', Carmen Capria, Ornella Cicuto, Valeria Scarano insieme a numerosi altri protagonisti che hanno contribuito a rendere la Biennale un’esperienza intensa e corale.
"La poesia come rivelazione e memoria"
Ampio e sentito lo spazio dedicato alla poesia, che ha emozionato e coinvolto il pubblico. Tra le voci più apprezzate, Anna Alfano e Pierluigi Lo Gatto, Ruggiu, De Angelis, le cui poesie liriche e profonde hanno saputo toccare corde intime e universali.
Di grande rilievo anche Vincenzo Aruta, che ha presentato il suo libro “I fiori di Arvin”, un’opera capace di coniugare parola, memoria e visione poetica, presente l'artista della copertina libro Roki Marchese.
Suggestivo il mondo poetico di Mimma Febbraro, dedicato alla donna e ai suoi sentimenti più autentici, così come la poesia della rimembranza di Domenico Truocchio, custode della memoria e del tempo. Emozionanti anche le poesie di Giovanna Santangelo, poetessa dei sentimenti, e di Antonio Franzè, capace di restituire alla parola una forza limpida e necessaria.
"Un evento che nasce dalla visione e dal lavoro"
Uno speciale e sentito ringraziamento va all’organizzatrice e direttrice artistica Sonia Demurtas, che con tenacia encomiabile, visione e profondo amore per l’arte ha posto la prima pietra di un evento destinato a crescere nel tempo. La Biennale di Vibo Valentia è già oggi un patrimonio culturale di cui la città potrà andare fiera anche negli anni a venire.
Un ringraziamento istituzionale e umano va al Console dei Maestri del Lavoro della Calabria, Francesco Saverio Capria, per la sua presenza e il sostegno autorevole, e a Rino Rosario Lo Giacco, figura centrale nel percorso culturale della manifestazione.
Fondamentale il contributo del curator SATOR Art, del fotografo Antonio Teti e Vincenzo Testa, si è discusso dell'arte autentica di Tonio Fortebraccio, un grazie a tutti coloro che hanno collaborato all’organizzazione, al coordinamento e alla riuscita dell’evento, lavorando spesso dietro le quinte ma con passione e dedizione autentiche.
"Una città che crede nell’arte"
La Biennale di Vibo Valentia ha dimostrato che quando l’arte è sostenuta da competenza, visione e collaborazione, diventa motore culturale, identitario e umano. Un evento che non si limita a esporre opere, ma costruisce relazioni, accende coscienze e lascia tracce durature.
La grande bellezza, a Vibo Valentia, non è stata solo mostrata: è stata vissuta.







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