Biennale di Vibo Valentia, il sogno continua

Biennale di Vibo Valentia
Tre giorni in cui l’arte ha preso respiro
Per tre giorni Vibo Valentia ha respirato più lentamente, più a fondo. Dal 13 al 15 dicembre il Valentianum si è trasformato in un cuore vivo, attraversato da pittura, poesia, fotografia, moda e parole condivise. È nata così la prima edizione della Biennale di Vibo Valentia, un gesto culturale giovane ma già capace di lasciare traccia, voluto e custodito dall’Accademia di Arte e Poesia Fior di Loto. L’inaugurazione ha segnato un’alba simbolica: istituzioni, artisti e pubblico riuniti nello stesso spazio, come parti di un unico respiro.
Il Calendario artistico-poetico con copertina dell'artista Eleonora Laganà, ha dato voce a un coro di immagini e versi, mentre la sfilata dei foulard artistici, realizzata da Caterina Rizzo, José Miranda, Saverio Barone, Rosangela Rotella in collaborazione con l’IPSEOA Gagliardi – IIS De Filippis Prestia, ha acceso uno dei momenti più significativi della Biennale. Quella con la scuola di moda non è stata solo una collaborazione tecnica, ma un ponte tra generazioni: un dialogo autentico con i giovani, con chi sarà chiamato domani a custodire e reinventare il linguaggio dell’arte. Vedere studenti trasformare opere in tessuto, idee in movimento, bellezza in gesto, ha significato seminare futuro, affidare all’arte il compito più alto: continuare. Il secondo giorno ha celebrato la parola scritta e dipinta, tra presentazioni editoriali, poesia contemporanea e arti figurative, mentre il terzo ha invitato alla lentezza, alle visite guidate, allo sguardo attento che ascolta le opere prima ancora di comprenderle. La Biennale è stata possibile grazie a chi ha creduto, sostenuto, accompagnato. Grazie agli artisti, che hanno donato visioni. Grazie agli ospiti, che hanno portato voci e pensiero. Grazie alle istituzioni, che hanno aperto spazi e fiducia. Grazie agli sponsor, presenza discreta ma fondamentale, come mani che alimentano il fuoco senza spegnerne la fiamma. E grazie al pubblico, anima silenziosa e indispensabile, senza la quale nessuna opera può davvero esistere. La Biennale di Vibo Valentia non si chiude: si raccoglie. Come un seme affidato alla terra, pronto a tornare. Perché quando l’arte incontra una comunità, e una comunità sceglie di credere nell’arte, nasce qualcosa che va oltre l’evento. Un arrivederci, dunque. Alla prossima edizione. Con lo stesso fuoco negli occhi e ancora più strada davanti. ✨

Commenti